Gli hotel di medio livello (praticamente la maggioranza dell’offerta turistica alberghiera in Italia) presentano carenze nella struttura, nei servizi e molte volte non sanno gestire il loro business online. Oggi l’immagine aziendale conta sempre di più, ma la stessa si costruisce possedendo dei contenuti e dei valori aziendali portanti di partenza.
Purtroppo riscontro come molti albergatori italiani siano troppo “contabili”, attenti al bilancio e poco attenti alla qualità della loro struttura. In molte destinazioni turistiche gli albergatori hanno effettuato pochi investimenti sulla loro struttura, in quanto molto spesso sono legati ad una gestione dell’azienda in senso famigliare, posticipando quegli interventi necessari al restyling e causando ora dei possibili investimenti di riqualifica molto onerosi in termini economici.
Non solo questo aspetto si rende evidente alla valutazione. Infatti noto molto spesso come la pubblicizzazione dei servizi soprattutto nell’online sia gestita in maniera molto artigianale e superficiale, se non addirittura affidata al parente più giovane che si improvvisa esperto di costruzione di siti web e gestore della comunicazione.
L’albergatore di oggi non si può permettere di non valutare le statistiche del suo sito web e delle presenze e soprattutto non può e non deve far mancare un booking engine efficiente, a meno che non voglia creare un danno a sé stesso e a dei possibili utenti che vogliono prenotare il proprio soggiorno presso la sua struttura .
E’ sbagliata totalmente l’idea di usare il web come una vetrina!
L’online oggi è un processo di comunicazione interattivo e vivo. Altra nota dolente è la carenza di una strategia pubblicitaria online efficace: molti hotel non gestiscono bene o non hanno le competenze nell’ambito dei social network. Questi sono diventati ormai uno strumento di grande importanza per colpire e legare a sé il cliente finale.
Purtroppo nell’idea del gestore dell’hotel il mondo dei social è ancora snobbato e considerato una perdita tempo.
In conclusione l’hotel del presente deve correggere questi errori e cambiare la filosofia aziendale della struttura turistica, superando una gestione artigianale e implementando invece una gestione sempre più metodologica e organizzata.
Voi come lo vedete l’hotel del presente?

Gli alberghi che hanno traduzioni creative incisive e d’effetto dei propri siti web e delle comunicazioni verso il mercato possono godere chiaramente di un migliore ritorno d’immagine e non solo.
Da madrelingua inglese, non oserei mai improvvisare a scrivere testi importanti in italiano, come le pagine del mio sito, perche’ non e’ la mia lingua, anche se l’ho studiata per anni prima di diventare traduttore professionale.
Un dirigente di marketing, dunque, che prova a mettere su il sito in inglese della propria struttura senza l’appoggio di un professionista madrelingua specializzato nel settore si da’ la zappa sui piedi (con fatiche inutili).
Infatti la realizzazione di un sito internet per le strutture alberghiere deve essere un mix di varie competenze, e sicuramente, se lo si vuole indicizzare anche per il mercato estero bisogna assolutamente preventivare l’aiuto nella traduzione della lingua da parte di un professionista (meglio se madrelingua) altrimenti si rischiano solo incomprensioni da parte del cliente straniero (o peggio delle gran figuracce!)
Infatti, Lodovico. L’internet e’ pieno di siti di alberghi o menu di ristoranti con errori clamorosi e di stranieri che ridacchiano sopra sui social media. Quegli stranieri sicuramente non diventeranno clienti.
Poi il madrelingua e’ essenziale per aggiungere quel elemento di intrattenimento alle comunicazioni. Il marketing diventa memorabile e viene condiviso sui social secondo me se va al di la’ della mera informazione. Se un testo e’ scritto bene, con un buon ritmo, con un tono allegro, con un pizzico di umorismo, riscuote molto piu’ successo. E solo lo scrittore madrelingua (cioe’ il traduttore professionista specializzato) e’ in grado di aggiungere questi fattori in piu’.
Articolo molto interessante che apre a tante analisi ulteriori. L’imbound Marketing e’ oggi un aspetto fondamentale anche per il settore dell’ospitalità. Ed oggi e’ un concetto ancora lontano per la maggior parte delle strutture… peccato!
Grazie Riccardo per il tuo commento! Purtroppo si, è un concetto ancora lontano per le strutture, ma un po’ alla volta riusciranno a capirlo, noi ci stiamo sforzando a spiegarglielo! 😉
Ciao Lodovico, hai ragione molti albergatori ancora non sono consapevoli, a due anni di distanza dal tuo post, delle potenzialità del web e del mare magnum di utenti che ogni giorno visita i siti degli alberghi in cerca delle migliori soluzioni per le proprie esigenze in termini di servizi ed offerta economica. Consapevoli di tutto questo in caso TocToc abbiamo sviluppato soluzioni tecnologiche che facilitano l’interazione e il rapporto diretto con il cliente digitale. Nello specifico crediamo che un aiuto e supporto al potenziale cliente 24/7 rappresenti un incredibile vantaggio per molte strutture che non hanno personale da dedicare al web e per questo proponiamo il nostro hOtello, un chatbot hotel pronto all’uso e creato a misura di struttura ricettiva. In alternativa abbiamo sviluppato anche diverse tipologie dei live-chat umane proprio per rispondere alle diverse richieste degli albergatori. Spero possa fare anche tu un giro sul nostro sito e magari dirci la tua, ti aspettiamo!
Capito su questo articolo dopo secoli dalla sua pubblicazione. Spero comunque di poter dire qual è la mia esperienza: gli hotel di fascia media non investono affatto sul loro brand. Paradossalmente sono di più i piccoli albergatori – o addirittura i B&B – a mostrare la capacità di caratterizzarsi. Sarà proprio per la loro dimensione, ma i piccoli hanno capito che devono darsi un’identità per vincere la concorrenza. Gli alberghi di medie dimensioni si contentano di fare la battaglia sul prezzo, di mettersi su Booking e magari di farsi fare qualche recensione dagli amici.
Capisco ovviamente i problemi di budget, ma se affidi la comunicazione al “cugino” non è che i problemi di budget spariscono…
PS. Come nota Oliver nel primo commento, troppi si affidano a strane traduzioni. Spesso si tratta di Google Translate… in quel caso forse il cugino non parla inglese.
Benvenuto Danilo e grazie della tua testimonianza.
Purtroppo sì, è una questione molto complessa e spinosa. I piccoli albergatori, gli agriturismi e i B&B, sono sempre alla ricerca di un loro posizionamento e di una loro identità specifica. Diversamente, come noti anche tu, gli hotel di medie dimensioni pensano di poter competere solo sul prezzo, danneggiando così (perché è evidente che non adottano tecniche specifiche di revenue management) quelle che sono le loro possibilità di crescita.
Lasciamo perdere i “cuggini” che, purtroppo, il mondo ne è pieno e il risultato è quello di danneggiare le professionalità che, seriamente, mettono a disposizione le loro competenze.
Altro capitolo è Google Translate, strumento meraviglioso per garantire velocità di comunicazione, ma che a livello di siti web (o social network) è un danno enorme alle strutture nonché un disincentivo per gli stranieri che cercano una soluzione per il loro soggiorno qui in Italia (la lettura che fanno è quella di poca preparazione e poca affidabilità di trovare personale qualificato all’interno della struttura).