Quanti di voi a scuola hanno odiato la storia? Si, proprio quella materia piena zeppa di date, fatti, nomi e luoghi da ricordare durante le interrogazioni…che fatica! E se invece fosse una possibilità da sfruttare per il turismo? Non ci credete? Leggete qui!
Riconosco che la Storia può essere una materia noiosa per chi non è appassionato, ma visto che io lo sono particolarmente voglio darvi un nuovo punto di vista su questa materia. Un punto di vista nato e sviluppato in me nel corso degli anni e consolidato dopo aver partecipato, come speaker, al Festival Venezia da Terra – Festival della Storia organizzato da un amico Giovanni Florio, che ringrazio nuovamente dell’invito, presso i comuni di Campiglia dei Berici, Orgiano e Pojana Maggiore in provincia di Vicenza.
La Storia non è una “palla”!
Elaborando il mio discorso da presentare ai partecipanti, nello specifico quella mattina molti erano ragazzi degli ultimi due anni di scuola superiore di alcuni istituti del vicentino, sono arrivato alla conclusione che la Storia non è per niente una “palla”!
E ancora meglio penso che i ragazzi che hanno partecipato a questo evento, dopo l’incontro con i vari relatori, abbiano capito che la storia non è così banale, noiosa o inutile come materia (e tantomeno lo è il lavoro di storico).
Soprattutto se si alla storia accostiamo l’argomento turismo, ovvero quel settore che (pare) sia l’unico che ancora in Italia resista alla crisi economica di questi anni.
Cosa c’entra la storia con il turismo?
Sembra che parlando di storia e turismo si stia parlando di due mondi completamenti diversi, una ragiona sul “ciò che è stato” e sulle conseguenze di “ciò che è stato”, l’altra ragiona sia sul “qui e ora”, sia sul “ciò che sarà”. Insomma due dimensioni temporali completamente diverse.
E se io vi dicessi che non c’è un “qui e ora” e un “ciò che sarà” senza prima aver compreso il “ciò che è stato” cosa mi direste?
Possiamo programmare infatti il nostro agire solo su basi solide ed esperienze ottenute da dati storici, dati che hanno bisogno di essere analizzati e compresi per capire come utilizzarli al meglio. E la storia ci può fornire quei dati utili per comprendere un territorio e la sua collocazione turistica per poter elaborare poi le nostre teorie e le nostre azioni promo-commerciali.
Ma non sono solo i dati storici ciò che ci interessano, ma anche gli accadimenti che hanno influenzato un territorio.
Anche una conoscenza del territorio (determinante ad esempio per il Destination Manager come già spiegavo qui) e la sua storia permette di applicare poi la creatività, magari andando ad incontrare eventuali preferenze di un potenziale turista/fruitore del nostro territorio. Perché conoscere la storia ci permette di entrare in contatto con le tradizioni locali su cui operiamo come professionisti e ci permette di cogliere quegli aspetti peculiari e che caratterizzano e rendono unica (il vantaggio competitivo) una destinazione turistica. A quel punto, con le basi fornite dalla storia, entrerà in gioco il Destination Manager e il suo “sapere pratico” di programmazione e di marketing che permetterà al territorio di identificarsi nel mercato e programmare il suo futuro!
Ecco spiegato come il compenetrarsi di una materia dedita all’antico e una disciplina che guarda al presente/futuro possano dare soluzioni utili per un settore strategico come il turismo.
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