Cinzia, piacere di averti nostra ospite oggi all’interno del nostro blog, prima di approfondire alcune tematiche con te, vorrei che ci spiegassi un po’ come opera, dove opera e che cosa fa nel concreto Studio D.
Studio D si propone come “luogo” di riflessione sui Beni Culturali, archeologici in particolare, e sul Museo quale fenomeno di espressione, d’incontro, di produzione culturale e di educazione interculturale intendendo, così, contribuire alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale italiano e sviluppare soprattutto il rapporto con il territorio di riferimento.
Studio D si occupa di Ideazione e realizzazione di servizi educativi e di attività di valorizzazione per i Musei Archeologici Nazionali di Este (PD), Adria (RO), Fratta Polesine (RO), Altino (VE) e le aree archeologiche pertinenti, Portogruaro (ve) e aree archeologiche di Concordia Sagittaria.
Si occupa di elaborazione di laboratori didattici e docenza in corsi di aggiornamento per insegnanti delle scuole di ogni ordine grado, per curatori di servizi educativi museali per operatori del Turismo.
Si occupa infine di produzione di editoria tematica a carattere didattico-divulgativo per i musei e le aree archeologiche di cui si curano i servizi educativi.
Insomma Studio D è una realtà molto attiva in campo museale e archeologico. Una domanda sorge subito spontanea, in Italia come “stiamo messi” a livello museale? E a livello archeologico? Fondi ve ne sono? Si riesce a lavorare?
La realtà italiana è indiscutibilmente in via di definizione, anche alla luce della nuova riforma relativa ai Musei e ala patrimonio che il ministro Franceschini sta attuando. Il momento economico critico non aiuta ma la fortuna di questo Paese è che molti sono coloro che amano e si spendono senza posa per la valorizzazione del nostro patrimonio.
Sappiamo che l’Italia conserva circa il 40% del patrimonio culturale/archeologico mondiale, ma secondo te lo stiamo valorizzando nella maniera corretta? Riusciamo a “venderlo” al di fuori dei nostri confini nazionali? Dopotutto la larga maggioranza dei turisti stranieri viene in Italia per “gustare” il suo patrimonio culturale.
Negli ultimi anni si nota una maggiore consapevolezza del patrimonio che abbiamo, sia da parte dei cittadini sia degli operatori del settore culturale sia, e ciò non guasta, del settore turistico. Quello che manca ad oggi è però, a mio parere, un sistema di mobilità che permetta a tutti di raggiungere i luoghi e i siti di interesse anche senza utilizzare mezzi propri. Ancora un passo poi andrà fatto nell’ottica della rete dei Beni Culturali per permettere ai diversi pubblici di conoscere tutto il nostro patrimonio senza dover impazzire per reperire informazioni.
Secondo la tua opinione i giovani di oggi hanno una sensibilità versi i temi come la conservazione e la tutela del nostro patrimonio? E le altre generazioni?
I giovani, come tutti noi di fronte a qualcosa che non conosciamo, vanno accompagnati nella ricerca e nella conoscenza del bello. Questo è il nostro compito, difficile ma che regala soddisfazioni che noi vediamo poi negli anni. Un ragazzo che ritorna autonomamente in Museo perché quando ci è venuto con la scuola si è divertito o incuriosito è davvero gratificante. Il nostro mondo di bello reale deve incontrare il mondo virtuale di oggi: da questo incontro potrà nascere ancora l’interesse per il nostro patrimonio.
Il museo di oggi, almeno per quanto riguarda l’Italia, è ancora in grado di essere appetibile per l’utente? Vi sono da fare dei miglioramenti? Se si in quali contesti? Comunicazione, allestimento, ecc.? Inserimento in itinerari turistici particolari?
Sono convinta che si può e si deve sempre migliorare. Sicuramente la comunicazione non è mai stata, tranne qualche esempio virtuoso, il punto forte degli allestimenti soprattutto archeologici ma questa è la sfida del futuro se vogliamo essere appetibili a livello internazionale. Non sempre, si noti, sono necessari grandi investimenti economici, spesso si tratta solo di avere buone idee sfruttando ciò che c’è. Il turismo, poi, è la risorsa futura per chi vuole far conoscere ed apprezzare i Beni Culturali. Non abbiamo solo mare e montagna e sembra che gli stranieri lo sappiano meglio di noi, talvolta…
Ultima domanda: come vedi il prossimo futuro per quanto riguarda il nostro patrimonio?
Vedo un grande lavoro a tutti i livelli e proprio per questo, se riusciremo a lavorare bene, ci sarà lavoro per le generazioni future.
Precisa ed efficace nell’esposizione, grazie Cinzia del tuo prezioso contributo per questo nostro blog dedicato al turismo. Ci hai offerto molti spunti di riflessione che sicuramente faranno discutere tutti coloro che ci stanno leggendo.
Bellissima intervista. L’Italia ha un patrimonio museale senza eguali. Purtroppo, come in altri settori, non riusciamo a trarne i frutti. Ho visitato da poco i Musei Civici proprio di Padova, situati accanto alla Cappella degli Scrovegni. Nessun (e dico NESSUN) altro visitatore della Cappella ci è andato (nonostante l’entrata sia gratuita). Perché? Perché non sono né pubblicizzati né promosso. Non sappiamo fare marketing.
Sono rimasta letteralmente a bocca aperta vedendo esposta un’enormità di opere d’arte. All’estero con 20 di quelle opere farebbero il pienone. E noi niente. Forse perché diamo per scontata la bellezza dell’arte avendo avuto la fortuna di essere nati in un Paese che ne è impregnato. Ma non è così per gli stranieri. Dobbiamo imparare a valorizzare il nostro patrimonio turistico-culturale, dando spazio anche alle idee (innovative) dei giovani neo laureati. E i risultati arriveranno.
Purtroppo questa è la condizione che attualmente viviamo in Italia: pochi Musei sono comunicati in maniera efficiente e riescono a generare quei profitti che permettono di chiudere i bilanci con il segno positivo, avendo anche la possibilità di affrontare delle spese per la promozione o per la cura degli allestimenti. Indicativo il fatto che, sebbene a due passi dalla Cappella degli Scrovegni, nessuno sia andato a vedere i Musei Civici (che tra l’altro, al proprio interno conservano una delle più grandi collezioni di numismatica a livello europeo). Dobbiamo cominciare a pensare e ad agire per promuovere “La Grande Bellezza” che abbiamo (non il film s’intende, molto bello tra l’altro). Siamo stati fortunati a nascere qui, ma abbiamo la responsabilità di promuovere di fronte al mondo la nostra ricchezza e dobbiamo farlo! Per tutti noi, per il mondo e sopratutto perchè, e qui andiamo sul pratico, possiamo effettivamente offrire possibilità di lavoro a tutti quanti.