E’ di qualche giorno fa la “felice” notizia dell’aumento dei visitatori nei musei italiani. Ma cosa c’è dietro questo successo?
Sono stati comunicati i dati relativi agli ingressi nei musei italiani e il valore economico generato. Il 2015 è stato un anno d’oro per il nostro sistema museale (o almeno per i maggiori musei e scavi archeologici italiani). Il totale, rispetto al 2014, ha segnato un bellissimo + 6% sul totale degli ingressi nei nostri musei, equivalenti a 43 milioni di ingressi, un incremento di 2 milioni e mezzo di visitatori in più. E a livello economico è stato manna dal cielo, sono infatti 155 i milioni che lo Stato ha ottenuto dagli ingressi, un bel 14% in più rispetto all’anno precedente.
I numeri ovviamente sono impressionanti e fa sicuramente piacere riconoscere che determinate politiche hanno avvicinato il pubblico ai nostri musei. In primis l’apertura gratuita dei musei nella prima domenica del mese ha portato al numero di 3 milioni e mezzo di ingressi.
Questo però è il primo passo da compiere per fidelizzare e per far apprezzare al turista, e non solo a lui, il nostro patrimonio storico – artistico e culturale. Ci sono però delle difficoltà oggettive, quali ad esempio offrire un prodotto concepito per “coccolare il cliente/visitatore” che lo renda partecipe della vita del museo.
Ci sono degli strumenti per aumentare e per offrire un servizio in più nella visita al museo. Ad esempio si possono integrare quelle funzioni educative che ha connaturate il teatro per coinvolgere gli spettatori, questa disciplina si chiama “museum teather” e si sta rapidamente espandendo.
Altra possibilità è inserire nei contesti dei musei, come già accade in Germania, la possibilità di avere delle aree relax aperte al pubblico che invoglino le persone a frequentare il centro culturale. Queste aree devono essere ovviamente attrezzate per ospitare il pubblico e offrire servizi di qualità (si pensi al wifi, o al servizo bar, o ad aree verdi dove trascorrere del tempo libero leggendo qualche libro messo a disposizione dal museo stesso).
Insomma la reazione positiva scatenata da alcune scelte deve essere perseguita e approfondita, non avendo paura di “stravolgere” la visione del museo che abbiamo oggi, anzi innovarla, investire e renderla alla portata di tutti.
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