Buffo vedere che tra campagna elettorale e soggetti privati si parli solo della vocazione turistica e della “destinazione turistica” a tutti i “costi”.
Sono giorni abbastanza convulsi nel mio lavoro, ma non perdo l’occasione di informarmi sul mondo esterno e vedo che… non si cambia di una virgola. Le varie campagne elettorali sono, nella maggior parte dei casi, incentrate sul rilancio del turismo e sul creare ” la destinazione turistica”.
E non ne sono immuni neanche i privati.
Si parla di creare una destinazione turistica anche in luoghi che, spiace dirlo, di turistico hanno poco o nulla. D’altro canto, quando si parla di amministrazione e burocrazia, si invoca invece la strutturazione di “macro-comuni” nel territorio.
Possibile, mi chiedo, che non si abbia la percezione di come queste due cose siano antitetiche l’una all’altra?
Se io voglio, per risparmiare e per fare “massa critica”, creare il “super-comune” perché allora, nei miei programmi o nelle mie volontà politiche, dire che voglio realizzare nel mio comune una destinazione turistica?
Questa destinazione ha veramente senso? Ha senso creare delle micro realtà che non possono sostenere, sia livello economico né a livello organizzativo, la gestione di una destinazione turistica? Si hanno presente i costi e il livello di organizzazione necessari? Si ha presente che bisogna avere, o dare, una fisionomia ben precisa ai servizi che il turista cerca e, in seconda battuta, comunicare il prodotto turistico e la destinazione al potenziale cliente?
La risposta a questi quesiti è : NO.
Non si ha la percezione e, semmai vi fosse la volontà di costituire una destinazione turistica, quanto durerebbe?
Un singolo territorio delimitato (un piccolo comune ad esempio) che forza avrebbe nel proporsi nel mercato esterno? E che forza ha al proprio interno (ricettività, servizi, monumenti, musei, ecc)?
Ecco perché quando parliamo di destinazione turistica dobbiamo aver ben presente il contesto in cui si è inseriti, le potenzialità, i punti di debolezza e quelli di forza, le criticità e le eccellenze.
Sarebbe ora di “frenare” questa “mania”, sedersi ad un tavolo e organizzare una RETE territoriale istituzionale ed essere promotori (e creatori) di macro – realtà che al loro interno (e al loro esterno) valorizzino ogni singolo partecipante all’Organizzazione di Destinazione turistica, saremo sicuramente più completi e più competitivi!
Sempre che questo mio piccolo intervento/consiglio non sia solo “verba volant”…
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