Nell’era in cui tutto è prenotabile e recensibile online in pochi click, quali informazioni deve contenere un buon portale di destinazione turistica ufficiale per riuscire a distinguersi e ottenere un buon numero di visite? Cerchiamo di capirlo con l’aiuto di alcune buone pratiche internazionali.
Partiamo da una considerazione molto semplice: i siti web di destinazione enciclopedici hanno smesso di funzionare ormai da tanti anni. Alzi la mano chi non si è mai imbattuto in un portale turistico in cui per raggiungere l’informazione desiderata (l’orario di apertura di un monumento, il costo di una visita guidata…) occorre saltare di pagina in pagina e spulciare fra testi chilometrici e privi di “ancore” visive. Se dopo due o più passaggi ancora non si è arrivati alla meta, la reazione più normale è abbandonare il sito e cercare altrove.
E allora come costruire un portale di destinazione turistica efficace?
Prima di tutto, è necessario chiedersi che cosa si cerchi davvero quando si visita un portale di destinazione istituzionale. Ormai l’utente tipo non è tanto (o soltanto) in cerca di informazioni pratiche sul suo prossimo viaggio, quanto piuttosto di una motivazione per la partenza, di un’ispirazione che gli faccia sognare a occhi aperti la destinazione che forse diventerà meta delle sue vacanze. È proprio in questo processo decisionale che il portale di destinazione turistica deve riuscire a ritagliare il suo ruolo.
Così, negli ultimi anni le destinazioni più attente si sono dotate di siti dalla grafica piacevole e di facile consultazione che non si limitano più a descrivere le meraviglie locali, ma diventano veri e propri narratori delle esperienze che i potenziali turisti potrebbero vivere in quel luogo. Naturalmente, le esperienze cambiano a seconda della meta che si va a proporre, ma soprattutto in base alle tipologie di viaggiatori cui sono rivolte.
Facciamo alcuni esempi: il portale di una città, Bordeaux; quello di una regione, la Scozia e quello di un paese, l’Australia.
In questi siti le parole chiave sono semplicità e chiarezza: nessuna valanga di informazioni, nessun menù di opzioni interminabili travolge il visitatore al suo arrivo nella homepage, bensì una scelta ponderata di proposte di viaggio, tour, attività e eventi sempre corredati di immagini d’impatto e di video, che prevalgono sempre più sui testi. Alla base di portali come questi c’è l’idea che l’offerta turistica – soprattutto quando è molto vasta, pensiamo al caso dell’Australia – debba essere gerarchizzata, ovvero presentata attraverso una selezione di esperienze costantemente aggiornata in base alle stagioni, agli eventi e ai gusti dei turisti. Fondamentale poi è anche il tentativo di coinvolgimento del pubblico, attuato attraverso strumenti vari che gli permettono di interagire con il sito o fruirne in maniera diversa dal solito: si va dal semplice avvicinamento agli abitanti del posto di Bordeaux seen by, al social wall australiano, alle videolezioni e relativi questionari della Iceland Academy e ancora al vademecum stereotipato ma divertente sullo stile di vita a Singapore. Da non sottovalutare, infine, la possibilità di acquistare direttamente le esperienze presentate, aggregando tour e singole proposte all’interno di un unico contenitore.
Niente a che vedere, dunque, con quei siti italiani – purtroppo ancora numerosi – imbrigliati in anacronistici regolamenti regionali che impongono una struttura rigida e uniforme, spesso prolissi e tendenzialmente autocelebrativi.
Perché allora non sfruttare al meglio le risorse a disposizione (in primis l’imposta di soggiorno) e costruire un portale di promo-commercializzazione al passo coi tempi?
Un portale di destinazione che non rinneghi il prezioso patrimonio di informazioni che custodisce ma anzi lo valorizzi in maniera intelligente, mettendo al centro il viaggiatore contemporaneo e le sue esigenze.
Il problema in Italia deriva dal fatto che non esistono siti comunali o provinciale ne tantomeno regionali che si rivolgono direttamente al turista, ma siti che si rivolgono sia al cittadino del posto sia al turista. Ne deriva che in mezzo alla marea di normative e regolamenti se sei fortunato riesci a cogliere il link che ti rimanda a cosa vedere, dove mangiare e dove dormire. Una pena che ti porta subito a cercare un’altra alternativa di viaggio. Purtroppo il sito penoso Istituzionale è premiato da Google ed è il primo nei risultati di ricerca. Ma ad uno straniero cosa gliene frega di sapere in prima battuta chi è il Sindaco o l’assessore di quel comune ? Il problema è che spendono soldi nostri per fare porcate di siti.