Deborah MartelloCiao Deborah e grazie della disponibilità. Come prima domanda vorrei chiederti di presentare un po’ Deborah e l’Associazione che hai contribuito a fondare.

L’associazione Flumina è nata nel 2006 con l’intento di coordinare e promuovere l’attività delle guide turistiche autorizzate in rapporto con altre realtà territoriali come Provincia, Comuni, Associazioni culturali, Associazioni di categoria . Quando è nata eravamo in cinque guide abilitate poi siamo diventate dieci. Tra gli obiettivi principali sicuramente la promozione del nostro territorio , la formazione e la tutela della figura professionale della guida turistica attraverso corsi di aggiornamento e azioni di sensibilizzazione presso le Amministrazioni locali . Naturalmente abbiamo anche creato un sito per proporre i nostri itinerari a gruppi e agenzie (www.flumina.com) . Nel corso degli anni alcuni di questi obiettivi sono stati realizzati. Abbiamo collaborato con molte realtà simili alla nostra proponendo visite ed eventi culturali, siamo state attive in occasione di Fiere ed Educational per la stampa nazionale ed internazionale. Molto importante è stata la collaborazione con la Provincia di Rovigo per l’apertura e l’accoglienza turistica negli uffici IAT di Rovigo e Rosolina. E’ stata una bella esperienza che ci ha fatto crescere professionalmente dandoci anche l’opportunità di entrare in contatto con altri operatori turistici e con i turisti stessi che arrivavano in città . Un obiettivo che invece non abbiamo raggiunto è stato quello di riuscire a sensibilizzare le amministrazioni locali sul problema dell’abusivismo. La concorrenza sleale di chi, nonostante la legge, si avvale di guide non abilitate nei Musei e in città ci ha creato e ancora ci crea non pochi ostacoli .

Secondo la tua visione quanto sono importanti le guide turistiche? E’ un lavoro che “ha futuro” o potrà essere soppiantato da applicazioni per smartphone o tablet?

Se vuoi veramente conoscere e capire i luoghi che visiti le guide turistiche sono fondamentali. Al di là delle nozioni storiche e artistiche che si possono leggere in qualsiasi libretto o in internet, una guida è in grado di comunicare la storia, la cultura e il folclore di un luogo, attingendo ad un bagaglio di esperienze sedimentate nel corso di molti anni di studio, lavoro e persone incontrate. Questo non si crea dall’oggi al domani. Ci vuole tempo, pazienza e passione per quello che si fa. Occorre un continuo aggiornamento su restauri, scoperte o apertura di nuovi Musei che spesso non compaiono nelle guide cartacee. Le guide turistiche svolgono anche una funzione pratica molto importante: indicare strade e parcheggi, sapere dove si può transitare e dove no, se ci sono sottopassaggi o lavori in corso che potrebbero bloccare il pullman, dove ci sono servizi per soste idrauliche ecc. Ultimo, ma non meno importante ruolo della guida, è quello di promuovere l’economia locale indicando le attività economiche, i prodotti tipici, le aziende e i negozi in cui acquistarli, occorre sapere indicare alle persone dove possono mangiare dormire o acquistare un regalo. Mentre si parla si fa sempre promozione a 360° di tutto ciò che merita di essere visto o sperimentato, dagli spettacoli alle Fiere, dagli eventi sportivi alle sagre paesane ecc.

Chi pensa che questa figura professionale sia inutile o possa essere svolta anche da improvvisati “Ciceroni” non ha capito nulla e sta danneggiando una categoria che potrebbe rappresentare un’ opportunità di lavoro per il futuro e una ricchezza per l’indotto del turismo. Per quanto riguarda le applicazioni per smartphone e tablet, direi che possono essere utili ai viaggiatori singoli solo se per qualche motivo non hanno possibilità di seguire la spiegazione di guide locali. A parte questo caso direi che in nessun modo si possa sostituire una persona in carne ed ossa con un’applicazione. I motivi gli ho elencati sopra. In un paese come l’Italia questa professione potrebbe rappresentare il futuro per molti giovani. Parlo al condizionale perché di fatto questo concetto non è ancora entrato nella testa e nella coscienza di chi deve tutelare e proteggere la nostra economia.

Nel tuo lavoro hai incontrato vari tipologie di turista e soprattutto turisti di varie nazionalità, che cosa cercano nel Polesine? E in generale nell’Italia?

Per quanto riguarda il territorio nazionale l’offerta è talmente vasta che è difficile tracciare un profilo preciso del turista. In cima alla classifica metterei sicuramente città d’arte e il cibo. In nessun posto del mondo esiste una tale concentrazione di bellezze artistiche e varietà gastronomiche come in Italia e gli stranieri vanno letteralmente pazzi per questo abbinamento. Il Polesine invece si presenta già come un prodotto di nicchia. Lo cercano coloro che amano scoprire luoghi ancora poco conosciuti e vogliono sentirsi un po’ esploratori . Lo cercano gli amanti del turismo “slow”  grazie alla presenza di numerosi agriturismi che propongono ottimo cibo genuino; lo cercano gli amanti del turismo fluviale e naturalistico; lo cercano molti stranieri che amano stare tranquilli ma non troppo distanti dalle città d’arte tutte raggiungibili in massimo due ore. Ciascuna tipologia rappresenta un piccolo segmento molto interessante che potrebbe benissimo essere sviluppato ulteriormente.

Che rapporti riesci ad instaurare con il turista? Ci sono difficoltà? 

Al primo impatto cerco sempre di rompere il ghiaccio raccogliendo amichevolmente più informazioni possibili sul luogo di provenienza. Questo lo fa le persone e mi permette di creare una sorta di “confidenza” ( non quella del TU, se non espressamente richiesta). Accanto alla confidenza e alla cordialità ci vuole anche una buona dose di fermezza e autorità. Nei gruppi non sempre va tutto liscio, possono capitare persone polemiche, arroganti e maleducate di fronte alle quali occorre assolutamente farsi rispettare. Forse la difficoltà maggiore che ho incontrato è la diffidenza nei confronti del Polesine. La prova più dura mi è capitata esattamente un mese fa con un gruppo di genovesi piuttosto snob e abituati a viaggiare in tutto il mondo. Rovigo era la tappa finale di una piccola vacanza in Emilia Romagna. Prima ancora di cominciare la visita avevano iniziato a fare commenti negativi sulla città. Secondo loro la capogruppo non doveva portarli lì perché non c’era nulla da vedere e avrebbero voluto andare altrove. Alla fine della passeggiata mi hanno ringraziato felicissimi dicendo che Rovigo è stata una vera sorpresa e qualcuno mi ha anche chiesto scusa per aver dubitato. Nella mia esperienza personale le difficoltà sono state queste, ma se sei sicuro del tuo lavoro e fai ricorso ad un briciolo di psicologia si risolvono molto facilmente.

Per chiudere il nostro incontro volevo chiederti quali sono le difficoltà in Italia per gli operatori turistici come le guide? Vi sentite tutelati oppure no?

La difficoltà maggiore delle guide italiane è la svalutazione totale della loro professione da parte della politica nazionale e internazionale. Basta vedere i fatti:

1)La leggi regionali che regolano l’esercizio della nostra professione prevedono controlli che le autorità locali non eseguono nonostante i numerosi appelli delle stesse guide autorizzate . Chi lo sa si sente sicuro e ne approfitta, ho citato prima Rovigo come esempio! Ci sono comunque , anche se rare, delle eccezioni. Ad Assisi hanno avuto una bella iniziativa. Nei parcheggi dei bus e all’ingresso del centro storico c’è un cartello che vieta   l’utilizzo di guide non abilitate, lo stesso hanno fatto gli Hotel di Mantova. In quei casi però c’è stata una collaborazione da parte del comune e del consorzio degli albergatori che hanno capito la gravità della situazione.

2) A livello europeo è passata una direttiva che permette a qualunque accompagnatore autorizzato di svolgere guide nei centri di in tutte le città europee!!!! Una pura follia che finirebbe per consegnare il nostro “petrolio” direttamente alle multinazionali del turismo senza la mediazione delle guide italiane. Io mi sono abilitata e lavoro da anni anche come accompagnatrice. Questo significa che domani stesso, secondo la legge europea, potrei andare a Parigi o Lisbona e fare anche la guida turistica. Per le ragioni che ho elencato nella seconda risposta dell’intervista è impossibile che ciò avvenga se non a scapito della qualità del servizio. Lo stesso discorso vale per le accompagnatrici straniere ingaggiate da grandi compagnie e che senza vergogna stanno già lavorando come guide in suolo italiano.

3) La stessa direttiva europea ha anche trasformato le guide locali in guide turistiche nazionali. E’ un provvedimento assurdo perché comunque è impossibile esercitare questa professione in luoghi lontani dalla propria residenza. Al limite potevano trasformarci in guide Regionali o farci sconfinare in Province vicine che hanno più storia e cultura in comune con la nostra.

Naturalmente ogni categoria ha i suoi problemi, io mi sono limitata a citare quelli inerenti ai servizi di guida. Ce ne sono tanti e ognuno cerca nel suo piccolo di risolverli. L’ importante non arrendersi e cercare di fare bene e difendere fino in fondo il proprio lavoro!

Ti ringraziamo della disponibilità e ti auguriamo buon lavoro per la tua attività!

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