Oggi siamo con Sara Bari e Marco Mottaran, due ragazzi che hanno appena concluso la propria esperienza con il progetto Eccellenze in Digitale, l’iniziativa di UnionCamere e Google Italia per la diffusione, tra le aziende, delle competenze digitali.

Questo progetto, totalmente finanziato dagli organizzatori, permetteva alle aziende aderenti di ottenere un aiuto nel loro percorso verso la digitalizzazione e quindi ottenere quelle competenze ulteriori per competere, anche a livello digitale, nel loro mercato di riferimento.
Sara e Marco hanno seguito il percorso “Eccellenze in Digitale Rovigo”, dedicando parte della loro attività anche al settore turismo, affiancando le strutture turistiche nei loro primi passi nel mondo digitale.

Ciao Sara e ciao Marco! Piacere di avervi come nostri ospiti nel blog! Partiamo subito con una domanda a bruciapelo: ora avete concluso l’esperienza annuale come digitalizzatori, come è stata l’ esperienza “Eccellenze in Digitale Rovigo”?

Sara: Grazie a voi dell’opportunità! Eh sì, da poco abbiamo concluso l’esperienza #eccedigit all’interno del progetto Made in Italy – Eccellenze in Digitale. Sono stati 9 mesi davvero ricchi di eventi, incontri, corsi di formazione per noi e alle imprese, affiancamenti in azienda alla scoperta del nostro territorio… il tutto condito da risate e qualche crisi di nervi ;). Insomma un’esperienza davvero unica e che se potessi rifarei di nuovo!

Marco: Hola “raffinatori”, è un piacere mio essere vostro ospite nel blog! Se potessi descrivere questa esperienza in una sola parola, penso che il termine più adatto sia UNICA. E’ stato un percorso pazzesco, in cui si sono alternati momenti di alta formazione personale a incontri incredibili con le realtà aziendali che popolano il nostro caro e, troppe volte bistrattato, Polesine. Mai avrei pensato a Giugno di vivere un’esperienza del genere. Ancora oggi ringrazio i miei genitori che, tra i miei tanti dubbi di allora, mi hanno letteralmente spinto a prendere quel treno per andare alle selezioni a Roma

Secondo voi qual era il livello di digitalizzazione nel territorio del Polesine prima del vostro intervento? Quali limiti c’erano? E di che tipologia (strutturale, di formazione, ecc)?

Sara: Direi un livello di digitalizzazione medio-basso almeno per i due settori assegnatici turismo e agroalimentare. A giugno, quando abbiamo iniziato quest’avventura è stato uno shock mettersi a cercare i contatti delle aziende per creare una prima mailing list!! L’unica cosa da fare?! Provare a cercarli in Internet con conseguenti difficoltà: online, se presenti, lo erano con un nome diverso da quello registrato in CCIAA. Gran parte delle imprese erano completamente offline oppure online inattive cioè con un sito web non più aggiornato e con tanti social network attivati e abbandonati. Credo che uno dei maggiori limiti fosse proprio la mancanza di formazione: aprire un account su un social non costa nulla, ma poi?! A questo aggiungerei anche le poche risorse a disposizione e l’inesperienza/incapacità di restare al passo coi tempi: chi già disponeva di un sito web da qualche anno, e aveva investito molto per realizzarlo, si sentiva pienamente “soddisfatto”. Peccato che stiamo vivendo quella che viene definita una vera e propria Evoluzione Digitale e che fossilizzarsi significa avere siti web datati, per nulla mobile friendly e non usabili per l’utente/potenziale cliente che li naviga…se li trova!

Marco: I primi mesi di lavoro non sono stati per nulla semplici, certo non ci aspettavamo una situazione rose e fiori, ma durante la mappatura delle imprese ci siamo accorti che sarebbe stato molto il lavoro da fare. Lo scenario in cui ci siamo imbattuti è stato particolarmente preoccupante, il livello di digitalizzazione delle Pmi del nostro territorio ci è apparso subito abbastanza basso, soprattutto per quanto riguarda il settore agroalimentare, e in particolare per le aziende agricole. Moltissime imprese non solo non hanno un sito o una minima presenza online ma, il più delle volte non sono in nessun modo rintracciabili attraverso il web. A mio avviso le cause principali di questo fenomeno sono innanzitutto la mancanza di formazione e cultura verso le nuove tecnologie e in secondo luogo la mentalità chiusa e fossilizzata che purtroppo affligge molti imprenditori polesani, ancora troppo miopi verso il futuro nel digitale.

Le aziende che avete incontrato erano già intenzionate ad investire nel digitale? E tra le aziende operanti nel settore turistico?

Sara: Qualcuna sì e sono quelle che per prime hanno saputo del progetto e si sono lasciate affiancare per approfondire alcuni aspetti. Altre erano completamente offline, ma partecipando ai corsi hanno iniziato a crearsi una prima presenza online, principalmente pagina Facebook e account Google My Business. Le aziende nel settore turistico avevano tutte bene o male una presenza online che in alcuni casi andava però sistemata (confusione sui social, per esempio un profilo Facebook a nome dell’impresa al posto della pagina aziendale, sito web con contenuti non aggiornati e non responsive, ecc.). Sono consapevoli dell’importanza di investire nel digitale, ma la poca conoscenza degli strumenti (l’incubo recensioni, solo per citarne uno) assieme al poco tempo da dedicare alla promozione della propria attività online li blocca in una sorta di limbo, facendo a volte ricadere la scelta sui mezzi cartacei dell’offline (come lo sponsor in fiera, la brochure, il volantino, ecc.) sì utili magari, ma limitati al pubblico locale e difficilmente monitorabili ai fini del ROI.

Marco: Siamo stati fortunati perché subito dopo un primo momento iniziale alcune aziende si sono affidate completamente a noi per essere accompagnate nel loro percorso di digitalizzazione. Grazie poi all’avvio dei nostri seminari, in cui abbiamo avuto una buona partecipazione di imprenditori, siamo riusciti a convincere molte aziende a credere nelle potenzialità dei strumenti digitali e iniziare con loro un lavoro personalizzato per migliorare la loro posizione online di partenza. Per quanto riguarda le imprese del settore turistico che abbiamo incontrato durante il progetto, quasi tutte avevano una moderata presenza online, dovuta anche al fatto che oramai nel turismo si lavora, per la maggior parte, online e quindi non essere presenti nel Web vorrebbe dire essere tagliati fuori dal mercato. La cosa che abbiamo notato in quasi tutte le strutture, era però una diffusa confusione e mancanza di conoscenza degli strumenti digitali che portava ad avere una presenza online non strutturata e non gestita nel modo più consapevole.

C’erano aziende che già avevano capito che internet e i social network potevano fare al caso loro? Utilizzavano già questi strumenti? E se non lo facevano, qual era il motivo che andava per la maggiore?

Sara: Tra i partecipanti abbiamo avuto aziende che già avevano capito l’importanza di Internet e dei social che però utilizzavano al di sotto del 50% del potenziale di questi strumenti. Uno dei principali motivi era il non riuscire a fare storytelling (spesso infatti sono bloccati nel raccontarsi!) seguito poi dal non avere ben chiaro che, a seconda del proprio business, esistono social network più adatti di altri e che non ha senso attivarli tutti indiscriminatamente.

Marco: A mio avviso quegli imprenditori, che di loro spontanea volontà si sono iscritti ai nostri corsi, son quelli che in fondo hanno capito l’importanza di internet e del mondo dei social network per il loro business e magari, un po’ per curiosità, si sono lanciati e creduto nel processo di digitalizzazione della loro impresa. La maggior parte delle aziende all’inizio utilizzava i vari strumenti di internet in modo “non professionale”, aprendo per esempio molti profili social magari più per diletto che per lavoro, poi con il tempo e durante gli affiancamenti 1:1, hanno capito l’importanza e il potenziale che questi mezzi possono dare al loro business e perciò hanno iniziato ad avere più consapevolezza e padronanza dei vari strumenti.

Quanto rimane ancora da fare, secondo voi, per portare la cultura digitale nel nostro territorio? E nel resto della nostra regione?

Sara: C’è ancora moltissimo da fare! Il progetto a Rovigo è partito un po’ in sordina, acquistando maggior visibilità e “copertura” (a voler utilizzare termini della digital analytics) solo negli ultimi mesi del progetto. Molte aziende ci hanno conosciuto solo alla fine partecipando a un paio dei nostri workshop, ma senza la possibilità di approfondire singolarmente la strategia più adatta alla loro attività, proprio per la mancanza di tempo. A livello regionale, il progetto era presente anche nelle CCIAA di Padova, Verona e Vicenza, realtà certamente molto più grosse della nostra, ma che comunque hanno evidenziato quali opportunità di crescita Internet può dare alle nostre PMI venete, un potenziale enorme che deve essere raccontato e fatto conoscere attraverso il Web dentro e fuori l’Italia.

Marco: Il lavoro da fare in questo senso rimanere ancora molto, però alla fine del progetto abbiamo comunque notato che qualcosa si sta muovendo anche qui nel nostro territorio; un po’ alla volta molte aziende, anche grazie a progetti come questo, capiscono che il mondo sta cambiando, e che per continuare ad essere concorrenziali e al passo con le nuove tecnologie devono necessariamente evolversi e cambiare il loro modo di lavorare. Nel resto del Veneto vi sono certamente realtà molto diverse rispetto al Polesine, province come Verona, Padova e Vicenza ad esempio sono caratterizzate da un tessuto imprenditoriale molto più strutturato, con molte PMI che già da diversi anni credono nel digitale. Il potenziale, a livello di prodotti tipici del Made in Italy, che può offrire il Veneto è enorme, sta a noi adesso in primis credere nelle nostre aziende e cercare di diffondere in maniera più capillare la cultura del digitale.

Avevate contatti con gli altri ragazzi incaricati di promuovere la digitalizzazione negli altri territori italiani? Avete avuto modo di confrontarvi con loro? Se si che cosa vi dicevano? Riscontravano i vostri stessi problemi con gli operatori?

Sara: Un contatto quotidiano e costante (senza distinzione di sabati e domeniche) che ci ha permesso di crescere e confrontarci con altre realtà. Siamo stati 132 digitalizzatori in tutta Italia, da Verbano Cusio Ossola a Ragusa, da Pordenone a Sassari… e cosa ci dicevano?! Inizialmente, come noi, hanno avuto difficoltà a farsi conoscere, a “penetrare” nel tessuto imprenditoriale locale e a ottenere la fiducia degli imprenditori, ma per questo occorre solo tempo. Poi ovviamente ci sono realtà più strutturate e digitalizzate, penso alle imprese emiliane o agli hotel in Trentino, e realtà meno “sensibili”, passatemi il termine, a tutto ciò che ruota attorno a Internet, ma questo sempre perché ciò che non si conosce fa paura!

Marco: Eravamo 132 digitalizzatori sparsi per tutta l’Italia, ma in questi mesi siamo stati come una vera grande famiglia unita, in cui personalmente ho trovato grandi persone e meravigliosi professionisti. Attraverso i vari gruppi whatsapp e Facebook ci siamo costantemente tenuti in contatto e per qualsiasi dubbio o problema sapevi di poter contare su di loro. Confrontandoci poi quotidianamente, ho scoperto bellissime realtà e prodotti tipici di alcune zone d’Italia di cui prima ignoravo completamente l’esistenza, capendo forse ancora di più l’enorme potenziale che il nostro Paese può offrire. In conclusione posso affermare che l’Italia è molto eterogenea sia a livello di settori imprenditoriali sia a livello di digitalizzazione delle Pmi, molte zone soprattutto al sud soffrono ancora di arretratezza dal punto di vista del digitale, anche a causa di una mancanza di mezzi e strutture, e di una mentalità troppo immobile verso il cambiamento.

Ora, visto che mi piace essere “cattivo” nelle interviste, secondo voi a quanto è servito il vostro intervento? Le aziende che avete incontrato, continueranno ad investire nel digitale? Ci credono oppure no?

Sara: Bella domanda! Credo che il nostro intervento di digitalizzazione del Polesine sia servito! Ha funzionato, ben oltre le nostre aspettative, soprattutto nel sensibilizzare e rendere più consapevoli le imprese circa le opportunità offerte dal Web, obiettivo principe del progetto EiD!! Essere riusciti a interessarle, a coinvolgerle e a far sì che dedicassero parte del loro tempo per imparare e crescere con noi, mi ha reso pienamente soddisfatta e ha ripagato di tante fatiche e corse contro il tempo! Sono sicura che alcune delle aziende che abbiamo incontrato continueranno a investire nel digitale, soprattutto quelle che hanno seguito d a subito i nostri consigli e si sono applicate con impegno e dedizione. Altre, pur consapevoli ora degli strumenti, avrebbero bisogno di essere ancora accompagnate in questo percorso di digitalizzazione. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di piccolissime realtà per lo più a condizione familiare e nelle quali le risorse tempo e denaro scarseggiano! Il nostro intervento è servito forse a far capir loro su cosa possono cimentarsi da sole (avendo a disposizione più tempo) e su cosa rivolgersi al professionista, valutando meglio l’investimento e sapendo cosa chiedere e cosa aspettarsi.

Marco: L’unica cosa di cui son sicuro, è che noi ce l’abbiamo messa davvero tutta e fin da subito abbiamo creduto fortemente nelle potenzialità di questo progetto. I ringraziamenti sinceri e le belle parole dei nostri imprenditori, hanno sottolineato senza dubbio il grande successo di “Eccellenze in digitale 2015”, e inoltre sono stati per noi la vera essenza del nostro lavoro, ripagandoci ampiamente di tutti i sacrifici fatti in questi mesi assieme. Essere riusciti a diffondere, nel nostro piccolo, la cultura del digitale è stato per noi il traguardo più grande di questo progetto, lavorare fianco a fianco con le aziende del nostro territorio ci ha fatto conoscere realtà davvero meravigliose che meritano di essere raccontate. A volte mi piacerebbe molto avere una sfera di cristallo per scoprire cosa ci riserva il futuro, purtroppo però non ho ancora trovato un sito in cui la vendono ma, essendo una persona ottimista di natura, sono convinto e fiducioso che il lavoro iniziato porterà sicuramente a degli ottimi risultati. Per concludere posso affermare che questo progetto è stato per me, citando De Gregori, “uno di quei treni che non passano più” e mi ritengo fortunato ad essere salito su quel treno.

Grazie mille ragazzi della vostra testimonianza e del lavoro che avete fatto, da qualche parte si inizia in fin dei conti! Speriamo che le aziende che avete seguito e portato ad incontrare il digitale continuino ad investire in questo settore!

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